Il mio approccio si rifà in parte al costruttivismo di G. A. Kelly e in parte al post razionalismo di Guidano. L’obiettivo in un percorso di psicoterapia cognitiva è la ricerca di sé, allargando la trama narrativa del paziente, permettendogli di autoriferirsi l’esperienza immediata (vissuta attraverso le emozioni) di cui non è consapevole, cercando di riconoscere e correggere delle discrepanze tra l’immagine di sé cosciente e, appunto, l’esperienza immediata.
Per raggiungerla è necessaria la consapevolezza del proprio funzionamento emotivo e cognitivo, grazie a ciò si riescono a superare ed affrontare momenti di crisi e di insoddisfazione.
Ciò che viene tenuto in considerazione è il punto di vista di colui che osserva e che esamina l’ambiente che lo circonda. Si costruiscono delle “mappe di significati” personali che permettono agli individui di orientarsi e costruire le proprie interpretazioni, consentendogli di vivere in ciò che ognuno di noi sperimenta come il proprio mondo.
Scoprire i significati personali e gli schemi comportamentali che ripetutamente si presentano nelle esperienze di vita, permette di dare un senso alla propria storia senza farsi annientare da ansie, paure, relazioni poco funzionali che possono limitarci quotidianamente.
Lo scopo è raggiungere la conoscenza del significato e del valore che le persone attribuiscono alle proprie esperienze di vita, il modo con cui sviluppano le proprie conoscenze e le utilizzano nelle esperienze future.
L’alleanza paziente – terapeuta fa sì che si possa raggiungere un obiettivo comune che è la ricerca del benessere.
È importante, pertanto, imparare ad ascoltare i segnali che il corpo ci manda, importanti per comprendere le nostre emozioni, inoltre bisogna imparare a sviluppare le abilità metacognitive, comprendere meglio se stessi, l’altro e le dinamiche che si instaurano in una relazione, così da poter acquisire più padronanza e dare origine al cambiamento.
"... la verità umana è ciò che l'uomo conosce costruendolo con le sue azioni, e formandolo attraverso di esse" (Giambattista Vico)